CANTO DI ORFEO
Un millennio, un secolo, un secondo
è durata la delizia del tuo amore.
Ora che sono solo,
del salto mortale del mondo
non sento più l’ebbrezza,
solo la brezza marina
giunge dalla finestra
che lascio sempre aperta,
per pietà,
offerta timida al vento.
Tu non tornerai col tuo tumulto di parole.
Solo la mosca, mia compagna,
riprende ogni giorno il suo percorso,
avanti e indietro, sopra e sotto, intorno.
Se allungo la mano per farla mia, riparte
nella leggerezza del suo velo, ali da sposa.
Puntuale giunge lo sferraglìo del tram
e un lontano tripudio di trombe e motori
onora la frenesia del giorno che torna.
Ma che è stato delle gloriose imprese,
del fragore delle armi dell’antico mattatoio
dove gli uomini morivano anonimi
e gli eroi forgiavano la loro forza
per contendersi un posto nell’eterno?
Mina D’Agostino